LE GAMBE
Secondo Asimov e co. avremmo dovuto viaggiare su aeromobili a cuscino d'aria, vivere in colonie spaziali, avere inservienti robot che camminano per casa portandoci la colazione al letto già intorno all'anno 2000. No, nel 2012 siamo ancora al motore a scoppio, e forse un futuro possibile è quello imploso all'interno dell'uomo, e più vicino a quello di P.K.Dick, con una maggiore attenzione per la prigione mentale onanistica, più che alla concreta disposizione di mezzi tecnologici al di fuori di esso, visti quasi come attori in scena in un percorso dove sembrano elementi portanti di una storia: "trascinatori di eventi".
Inizieremo a costruire Klaytom dalle fondamenta, le sue gambe, due per la precisione trattandosi di un umanoide, un vettore dell'immedesimazione del lettore. Due gambe attraverso cui effettuare la difesa con le tecniche di calcio come fa l'uomo, attraverso cui traslare lateralmente sè stesso come fa lo sguardo di vignetta in vignetta, di pagina in pagina secondo la ripartizione dello spazio in senso sequenziale. La traslazione è lo spostamento da un punto all'altro su un percorso: la traslazione che preserva il cyborg permettendogli di schivare lateralmente un colpo frontale improvviso o di saltare lo spazio di una mina. Cosa che ruote, cingoli e affini non avrebbero permesso, e che avrebbero reso Klaytom più goffo e meno simile all'uomo: l'uomo che gioisce, l'uomo che soffre e si danna all'interno di una storia di guerra.